Comunità Energetiche e Gruppi di Autoconsumo collettivo: passare al green oggi è un affare …. di comunità

Finalmente con i recenti provvedimenti legislativi sarà possibile fare sì che più clienti finali, consumatori di energia elettrica, possano raggrupparsi per produrre localmente, con impianti che utilizzano fonti di energia rinnovabile, l’energia elettrica necessaria al proprio fabbisogno e condividerla in comunità, beneficiando di incentivi economici volti a “ricompensare” l’alleggerimento delle reti nazionali e promuovendo la produzione di energia “verde”.

Si parla di Gruppi di autoconsumo collettivo quando “almeno due autoconsumatori di energia rinnovabile agiscono collettivamente in virtù di un accordo privato e si trovano nello stesso condominio o edificio”, mentre vi è “comunità di energia rinnovabile” allorché si dia vita ad un soggetto giuridico a partecipazione aperta e volontaria, i cui membri siano persone fisiche, piccole e medie imprese (PMI), enti territoriali o autorità locali, amministrazioni comunali (ma anche enti di ricerca e formazione, enti religiosi, del terzo settore e di protezione ambientale nonché le amministrazioni locali), situati nel territorio degli stessi Comuni in cui sono ubicati gli impianti di produzione detenuti dalla Comunità di energia rinnovabile ed il cui obiettivo principale risulti fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai propri membri o alle aree locali in cui opera, piuttosto che profitti finanziari.

​E’ la prossima frontiera dell’energia distribuita e sempre meno centralizzata, una frontiera che può aiutare anche progetti di inclusione sociale e di educazione ambientale, supportata da incentivi che possano giustificare gli investimenti iniziali anche al di là del mero aspetto economico.

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