È vero o no che quando si parla di condominio le prime cose che vengono alla mente sono interminabili litigi, cruente assemblee inconcludenti e continue recriminazioni su rumori molesti e odori pestiferi?

Piccolo sforzo di immaginazione: e se di colpo questo covo di rancori e ripicche potesse divenire invece strumento per perseguire obiettivi comuni, come la riqualificazione energetica e l’abbattimento delle bollette tramite la produzione di energia elettrica rinnovabile?

Di Autoconsumo Collettivo (AUC) e Comunità Energetiche (CER) si parlerà sempre di più in un futuro sempre più prossimo, soprattutto allorché saranno rese operative le misure agevolative che supporteranno la crescita numerica – esponenziale si spera – di impianti di produzione di energia rinnovabile

Ecco, l’avvento delle Comunità Energetiche promette di svecchiare l’immagine del vecchio rissoso condominio e man mano trasportarlo in una nuova era, protagonista e non freno alla Transizione Energetica, in cui si collabora per coniugare risparmio economico e beneficio ambientale – e perché no anche iniziative sociali -, attraverso l’installazione di impianti fotovoltaici comuni laddove spesso finora era impresa ardua, complessa, spesso antieconomica.

Secondo dati ISTAT, gli edifici condominiali assommano a un decimo dell’intero patrimonio residenziale in Italia, per gran parte costruiti tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta, il che li rende edifici altamente energivori, abitato da circa 14 milioni di famiglie.

Quali sono in concreto i benefici di un Autoconsumo Collettivo?

Come ci si sta preparando?

Quali i passi da fare per avviare fattivamente uno studio di fattibilità?

Quali i rischi da evitare?

Li scopriremo man mano, visto che li teniamo d’occhio da tempo.

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