L’autunno incombe, e man mano la canicola – che anche quest’anno ha marchiato una estate più torrida delle precedenti – lascerà il passo dapprima al freschetto e poi al bisogno di maglioncini e giubbotti.

Ad ascoltare i media, sarà l’inverno dei record anche per il prezzo del gas, vuoi per le note vicende russo-ucraine vuoi magari anche per qualche speculazione di troppo.

Il gas peserà crudelmente sulla nostra bolletta energetica, e questo – a vedere l’aspetto positivo – incoraggerà sempre di più a soppiantare completamente (o almeno parzialmente) il riscaldamento per combustione, passando più o meno gradualmente alla generazione elettrica di calore ed al miglioramento dell’involucro abitativo.

inquinamento cittadino

Perché il gas, tra l’altro, oltre ad essere costoso è anche inquinante.

Come ogni processo di combustione, del resto: circa la metà degli inquinanti più infidi (come il nerofumo – la polvere nera residuo del carbonio- o il Pm 2,5) nell’Unione Europea sono prodotti a tutt’oggi da stufette e caldaie a legno e carbone.

Si calcola che una stufa – anche di ultima generazione – continua a liberare nell’aria una quantità di particolato decine e decine di volte superiore a quella di un vecchio camion.

Unitamente agli impianti industriali ed al traffico veicolare, il riscaldamento domestico è una delle tre principali fonti di inquinamento della nostra aria: le caldaie producono fumi di scarico che, soprattutto in inverno, contribuiscono ad aumentare notevolmente l’inquinamento cittadino, tanto che in Italia circa un terzo delle polveri sottili e la metà dell’ossido di azoto sono prodotte da caldaie e similari.

Oggi risultano largamente disponibili tecnologie a emissioni zero, alimentabili anche con fonti rinnovabili, o che quantomeno riducono drasticamente le emissioni nocive per i nostri polmoni e l’ambiente circostante.

L’avvio di una completa transizione verso tecnologie significativamente meno impattanti passa anche dall’evoluzione tecnologica di impianti tradizionali, nel caso in cui fosse economicamente o fisicamente impossibile passare alle prime: è il caso della sostituzione in atto, da anni a questa parte, delle oramai obsolete (e generalmente non più consentite) caldaie tradizionali con le caldaie a condensazione.

Il funzionamento di una caldaia a condensazione consente di recuperare anche l’energia dei gas combusti, che anziché liberati direttamente vengono reimmessi all’interno dello scambiatore primario, che ne recupera il calore residuo, li trasforma in condensa dopo il loro raffreddamento per poi successivamente evacuarli.

Consuma molto meno, inquina molto meno.

Una buona caldaia a condensazione consente oggi mediamente di raggiungere una efficienza energetica anche al 95%, una importante riduzione delle emissioni inquinanti e l’abbattimento dei consumi di gas fino a circa il 30% rispetto ad una caldaia tradizionale.

Spinto da importanti agevolazioni fiscali, che ne abbattono i costi fino al 65%, il passaggio alla caldaia a condensazione è un primo passo verso il connubio ecologia – economia oramai indissolubile stella polare dell’”impiantistica sostenibile”.

Il generale Inverno è alle porte: per un sopralluogo gratis, contattaci quanto prima.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

You may use these <abbr title="HyperText Markup Language">HTML</abbr> tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

*