L’ultimo strappo è stato dato dall’invasione russa in Ucraina, causa certa, oltre che di tutte le tragedie che porta con sé ogni conflitto, anche di quell’effetto collaterale che è l’impennarsi furibondo ed incontrollato del prezzo del gas ed il rischio della sua stessa disponibilità.

Conseguenze per noi consumatori: bollette alle stelle e rischio razionamenti.

Almeno nell’immediato, le contromisure si sono materializzate nell’aumento dell’importazione da altri Paesi produttori, il che chiaramente non ci risolve il problema alla fonte: quello della indipendenza energetica.

Che è poi uno dei motivi che dovrebbe imporci di accelerare alla massima velocità quel processo di Transizione Energetica tanto strombazzato e tuttavia ancora così timido nelle politiche governative, che dovrebbe traghettarci da una produzione energia ancora troppo legata al fossile verso una nuova era dove a farla da padroni siano invece energie rinnovabili e soprattutto pulite.

Nonostante oramai sia chiaro a tutti che la risposta è sì. Dal gas possiamo emanciparci.

Certo non con un interruttore on/off, nè con una bacchetta magica.

Ma gradualmente ed inesorabilmente, tramite un processo virtuoso, coraggioso, razionale di uscita dai combustibili fossili verso la terra promessa delle energie rinnovabili assicurate dal sole e dal vento, dall’aria e dall’acqua. A partire dalle nostre case.

A partire dalla loro climatizzazione invernale ed estiva, in primis, principale utilizzo di energia in ambito domestico.

Grazie ad una evoluzione tecnologica costante, oggi le alternative gas free esistono e sono sempre più performanti, di certo più sicure, ed in gran parte alimentate da fonti di energia rinnovabile e pulita.

RISCALDAMENTO E RAFFRESCAMENTO

Pensiamo alle pompe di calore.

In costante crescita da un decennio almeno, esse utilizzano per funzionare un minimo di energia e l’aria esterna, ma in diversi ambiti anche le falde acquifere o il calore della terra.

Rispetto al tandem tradizionale caldaia a gas + radiatori, possono garantire anche il 75% di risparmio energetico, soprattutto se in abbinata con sistemi di distribuzione a bassa temperatura, come i pannelli radianti – a pavimento o soffitto – o i ventilconvettori.

Dovendo garantire spesso da sole il migliore riscaldamento e raffrescamento degli ambienti, il consiglio è la massima attenzione al loro corretto dimensionamento, da affidare ad un termotecnico ‘indipendente’ (non legato a nessun marchio, magari), che valuterà anche il contesto locale (le temperature esterne incidono in maniera decisiva sul funzionamento: in altre parole, installare a Bolzano o a Lecce non può essere affrontato allo stesso modo) In casi estremi potrebbe risultare opportuno affidarsi ad un impianto ibrido, in cui la pompa di calore viene integrata all’occorrenza da una caldaia (anche esistente, magari a condensazione), che intervenga in automatico se la temperatura esterna scende al di sotto della soglia di efficienza della stessa pompa. Tuttavia il miglioramento prestazionale costante delle pompe di calore ad alta temperatura (magari abbinate a miglioramenti dell’involucro – muri ed infissi -) sono oramai in grado di garantire il perfetto funzionamento a qualsiasi latitudine, italiana almeno.

L’ACQUA CALDA SANITARIA

In questo virtuoso percorso verso l’addio al gas, il fabbisogno della produzione di ACS può essere in molti casi garantito dalle pompe di calore stesse.

Ma a volte uno scaldacqua a pompa di calore (che è grosso modo uno scaldabagno ‘avanzato’ funzionante con le stesse dinamiche della pompa di calore) o un impianto solare termico (a circolazione naturale o forzata) suppliscono ad un impianto a gas in maniera eccellente, riducendo consumi ed emissioni.

Ora occorre giusto il passaggio dai vecchi fornelli a delle ‘stilosissime’ piastre ad induzione (oramai un must nelle case moderne), più performanti e meno pericolose ed inquinanti dei predecessori, ed il gioco è fatto.

LA PRODUZIONE DI ENERGIA “VERDE”

La riduzione drastica dell’utilizzo di gas (fino al suo abbandono) comporta naturalmente un notevole incremento del fabbisogno elettrico.

Ma l’energia elettrica – a differenza del gas – è possibile ‘prodursela da sé’.

Qui entra in gioco un serio impianto fotovoltaico, tecnologia oramai matura ed in grado di coprire anche l’intero fabbisogno energetico residenziale, soprattutto in abitazioni nuove o obiettivo di ristrutturazioni strutturali. Ma di questi impianti ne parliamo altrove. Diffusamente.

L’importante è che il messaggio sia passato, forte e chiaro: via dal gas si può? Sì, ma con accortezza.

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